Il Figlio

Il Figlio (Philipp Meyer)

“Il Figlio” scritto da Philipp Meyer racconta in modo magistrale l’America: il sogno americano fatto di territori aspri, di vite al limite, dove vince sempre il più forte e dove il successo giustifica qualsiasi mezzo per raggiungerlo.
Se volete immergervi nella storia degli Stati Uniti questo è proprio il romanzo giusto, tre sono i personaggi principali, tre le epoche e tre gli stili di narrazione. Eli McCullogh (1836), detto anche “il Colonnello”: è il fondatore della stirpe e narra in prima persona la sua giovinezza vissuta in un accampamento indiano nel quale ci era arrivato prigioniero dopo che la sua famiglia era stata massacrata. Peter McCullogh (1870), primogenito di Eli che è esattamente l’opposto del padre: insicuro, marito infedele, latifondista incurante dei suoi beni. Qui la narrazione ha la forma del diario dal quale traspare tutta la crudeltà di un mondo basato solo sui rapporti di forza. Jeanne Anne McCullogh (1926) è la pronipote di Eli che insieme al marito fa fruttare i beni di famiglia investendo coraggiosamente sul petrolio in una terra che non è più solo di frontiera, stile narrativo in terza persona.
Il lettore si trova difronte ad una complessa struttura narrativa, ad un romanzo denso, dettagliato, ricchissimo di spunti, un libro epico dal quale potrebbe nascere un film stupendo perché le scene e i personaggi sono così ben delineati che già lo vedi. Per essere pignoli ci sono degli elementi un “po’ tirati”: il classico lgbt che letteralmente fa “coming out” (negli anni ’60 si sarebbe detto così?) o la donna che si sente frustrata a badare ai figli (a metà ‘800 veramente la maternità era considerata un limite?) solo per fare due esempi.
Non so se in futuro Philipp Meyer sarà considerato alla stregua di Faulkner o Steinbeck, presto per dirlo, se avete però voglia di un romanzo che vi rapisca e vi porti via per oltre 500 pagine, questo è sicuramente capace di farlo!
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Irene Pavan 05.08.2023
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Il Figlio – Philipp Meyer Einaudi – opinioni – recensioni